sabato 28 novembre 2009

guardamilano

Quest'oggi era una giornata mica da buttare.
mi era stata fatta una delega per andare a ritirare un portafoglio smarrito all'ufficio oggetti rinvenuti di Milano. siccome ho finito al lavoro alle 11 e avevo con me il necessario ho deciso di andarci.
prendo il pullman delle 11e15 per Monza. cazzo è bellissimo quando i mezzi pubblici sono strapieni di scimmie tanto da sembrare cassonetti colle ruote, ma sono straordinariamente tutti silenziosi. tranne le due ragazzine puttane che parlano ad alta voce per tutta la fottuta durata del tragitto. ritengo di avere una soglia del fastidio abbastanza alta e ahimè, una capacità di concentrazione che funziona bene come l'uccello di un 90enne che ha iniziato coi piercing estremi, biforcazioni e body mods a 12 anni. a Manila. non vorrei quindi apparir troppo schizzinoso, specie verso il casino, dall'alto delle mie carriera scolastica che annovera tre (numero magico) sospensioni e 666 (numero della bestia) note sul diario e/o registro. è che mentre leggo la mia concentrazione diventa fragile. come l'imene..... eccetera.
bé queste due stronze fottute, che poi come una palla di merda che rotola sulla merda sono esponenzialmente cresciute fino al numero di quattro, hanno affrontato principalmente due argomenti.
_la loro militanza nel gruppo di feisbuc "quelli che al citofono rispondono io", fregiandosene enormemente.
_una loro amica, che ovviamente era assente e quindi denigrata fino alla miseria più marrone, aveva osato esprimere la sua preferenza in favore di Denzel Washington in un contest che lo vedeva contrapposto a Johnny Depp. giudicavano la loro "amica" come un inquisitore si rivolgerebbe al peggiore dei blasfemi fottuti.
Arrivo a Monza. per un periodo della mia vita, per certi versi anche fico, ho frequentato quella stazione e rivederla tutta rinnovata mi ha fatto un certo effetto.
faccio il biglietto alla macchinetta automatica. prima di stamparlo mi chiede se voglio donar dei soldi a telethon per la ricerca. io personalmente odio l'essere umano e auspico la sua estinzione quindi pigio su NO, GRAZIE. non pesa nulla. quando la zingarella si mette li dietro di te che fai il biglietto, tu non le dai un cazzo, ma qualcosa dentro la senti. che sia fastidio, tristezza, disagio. hanno messo uno zingaro nella macchina cazzo, solo che quando pigi VATTENE AFFANCULO non senti niente di niente.
prendo il treno per Milano p.ta Garibaldi, quindi la metro fino a porta romana. l'ufficio oggetti rinvenuti sta in via Friuli 30; mi documento su una mappa esposta alla fermata della metro, e salgo in superficie.
una ragazza mi ferma e mi chiede quale fosse l'ultimo libro letto. Questo qua le dico, e lei mi chiede quanti libri leggessi in un anno. una cinquantina le dico, ma 4 è le media degli italiani mi dice. mi uniformerò le dico. avrei dovuto rispondere "ma io so giapponese" come faccio sempre nei momenti di crisi. comunque non leggo poi molto, lo faccio solo quando aspetto un mezzo e quando ci sono sopra. un sacco di gente potrebbe leggere una cinquantina di libri l'anno. bé mi trascina da una parte dicendo che m'avrebbe dato un libro gratis e uno scontato. quando sento gratis non capisco più un cazzo. i libri gratis tra cui scegliere sono accozzaglia stile harmony e amenità simili. dice che loro sono specializzati in gialli. le chiedo dunque se ha qualcosa di Scerbanenco. solo italiani risponde lei.
vabè tiro su un libro su come fare cazzate col cartone, sapendo già a chi regalarlo, e sapendo già che sarà contentissima ma non riuscirà mai a costruire un cazzo col cartone. abuso della gentilezza dei librai e mi faccio indicare via Friuli.
arrivo davanti all'ufficio oggetti ritrovati, che è anche sede della polizia locale. bellino da fuori per essere in Italia. entro e seguo i cartelli per l'ufficio che m'interessa. salgo scale ripide, stile tribunale in soffitta di Kafka.
cazzo arrivo a destinazione e mi rendo conto che quel posto è uno spettacolo. ci sono occhiali in buste trasparenti contrassegnati 1974. robe da clip di mina. cesti di ombrelli e una parete di chiavi, portachiavi, roba che nessuno cercherà mai, roba di gente che magari è già morta, roba che non appartiene più a nessuno. poi bé che a Milano ti restituiscano il portafoglio coi tuoi 80 euro dentro è qualcosa che ti fa pensare. so che c'è qualcosa che non va, ma non mi arrendo, no cazzo. alzo la testa e decido di indagare. decido che con quei 80 euro, che non sono miei peraltro, comprerò due bottiglie di vino e una di grappa, roba pregio. grazie all'aiuto di tali meraviglie potrò concentrarmi su qualcosa, che nel frattempo avrò dimenticato, risolvendo magistralmente il problema.
vado via, cerco di muovermi, voglio essere a casa con vino gatto e divano il prima possibile. Milano non m'è mai piaciuta e non comincerà certo a piacermi oggi. mi scappa da pisciare, a Milano mi capita SEMPRE ma solitamente sono ubriaco e lo faccio su qualche vetrina mentre i miei amici da dentro il negozio mi indicano.
è sempre bello constatare che in una delle città civili di quella piccola parte di mondo che si definisce civile, espletare un bisogno atavico quale pisciare, sia di fatto cosa non solo complicata ma addirittura onerosa! poi se bestemmi si incazzano...bah.
piglio una metro per raggiunger Cadorna. mi siedo e mi metto a leggere, sale una tizia tutta affannata con un carrellino da spesa su cui poggia un piccolo amplificatore di quelli da chitarrina elettrica, con attaccato il suo violino e un lettore mp3. non è una merdona, anzi il contrario. sembra una persona normalissima, è vestita decorosamente e probabilmente meglio di me, non cerca in alcun modo di esternar disperazione. elargisce sorrisi leggerissimi alla gente indifferente, il tutto mentre suona my way di Sinatra (Nina Hagen e Sid Vicious) e si mantiene in equilibrio. bah io non do mai un cazzo a nessuno, solo un ubriacone senza una gamba riuscì a scucirmi un paio di euro, promettendomi che con quelli ci avrebbe comperato da bere. quindi per sta volta, in via del tutto eccezionale, butto tutta la moneta che ho nel suo bicchiere. pensare che c'uscivano du ceres, ora, mi pesa in fondo al cuore. ma chiunque sbaglia.
il treno Cadorna-Mariano parte alle 15e10. posso salire su un altro treno e pisciare, ma se parte e mi ritrovo a Bergamo? o a Saronno? ste città di cui ho sempre e solo sentito parlare, nemmeno so se esiston davvero. vaffanculo, opto per il cesso di Cadorna. c'è un ometto seduto li davanti che aspetta.
orinatoio 30cent, cabinetta 50cent. eh cazzo. non ha alcun senso. se applico la matematica mi esce che una cagata mi costa meno di una pisciata. non riesco a capire su che base. ma evito anche di chiedermelo. gli butto 50 cent che nel frattempo ho rialzato facendo il biglietto. lui mi indica la cabina. io voglio solo un orinatoio, ma Gesù santo, te sei il vecchino del cesso di Cadorna, io i 20 centesimi non li voglio. hai le mani sporche di cazzo, di mutande sgommate, di tarzanello. sulle tue mani c'è tutto il fottuto popolo della morte. sei l'untore di tutti i mali venerei, le tue mani piagano le carni laddove sono maggiormente sensibili. pigliati i 20 centesimi e ficcateli su per il culo. usali per grattarci un gratta e vinci ma stammi cazzo lontano. soprattutto mentre piscio. assomigliava anche alla metà di sopra di Dario Fo. tutto ciò solo per pisciare, il trauma nel nostro mondo va metabolizzato subito, e senza romper troppo i coglioni.
arriva il treno. è caldo, è morbido, e il mio sedile reca anche la scritta: chi legge è gay O LESBICA. io non ho parole, questo tizio non lo frega più nessuno. previdente, sagace, mostra genialità nell'insulto e sfregia la comune proprietà mettendosi al livello dei più potenti del nostro paese, e lasciando noi poveri perdigiorno avvinazzati con un palmo di naso. davvero cazzo congratulazioni vive, ci vuole potere per far vacillare la mia convinzione che anche l'ultimo degli stronzi debba aver possibilità d'esprimersi.
il viaggio di ritorno è tipo la via crucis, però spalmata di merda. come sopra, assoluto silenzio, una singola scimmia prende la parola. in 56 minuti, tanto è durato il viaggio, è riuscita a PARLARE SEMPRE ININTERROTTAMENTE DI UNA SOLA COSA. sua madre era via, lei stasera avrebbe potuto uscire solamente dopo le 20, non era disponibile un'autovettura prima. BASTA. 56 minuti del cazzo, per esprimere in tutte le sue forme questo unico concetto. altre 30 persone zitte. la persona a cui parlava ogni tanto accennava un sì colla capoccia, ma la sua voce è tutt'ora ignota.
a dirlo sembra surreale. e lo è. la gente fa di tutto per espandere il proprio ego, e fino a che non te lo ficca su per gli orecchi cazzo non si ferma. e tu sogni quella roba che c'è in topgun. quel pulsantino con su scritto eject. il merdo viene scaraventato fuori dal veicolo tramite sedile a molla. unica variazione, niente paracadute.

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