sabato 28 novembre 2009

Legge di Murphy applicata all'utilizzo dei mezzi pubblici.

-Se arrivi alla fermata in perfetto orario, il pullman è passato con un paio di minuti d'anticipo.-Se arrivi prima, il pullman ha un ritardo direttamente proporzionale al tuo anticipo.
-Se arrivi dopo, il pullman è passato in perfetto orario.
-Se arrivi dopo e convinto d'averlo perso decidi di camminare fino alla fermata successiva, tanto il prossimo pullman c'è tra un'ora, il pullman che in realtà era in ritardo ti passerà di fianco dopo qualche decina di metri. Se prendi il pullman molto spesso è probabile che il conducente ti riconosca e azioni il clacson per sfregio.
-Se in lontananza vedi il pullman, corri e lo prendi al volo, hai sbagliato pullman nella fretta.
Se invece lo perdi era ovviamente il tuo.
-Se nevica, c'è il pullman che ti porta al lavoro ma non quello che ti porta a casa.

6 febbraio 2009

Hanno salvato Eluana dall'omicidio e ne siamo tutti felici.La nostra ideologia ha vinto addirittura sullo stato di diritto. Potere legislativo e potere giudiziario si sono intralciati e forse senza rendercene conto abbiamo perso qualcosa o creato un precedente. Però l'ideologia cattolica ha vinto.
Certo, forse avere un parere sulla vicenda diverso da “qualunque cosa decidano mi auguro che sia fatta la volontà di Eluana”, pensare di avere gli strumenti necessari ad avere un'opinione sulla vicenda, forse è peccare di superbia.
Ma la vita è un dono di Dio, e noi abbiamo il dovere di difendere pure i doni fatti ad altri. O forse anche questo è peccare di superbia?

Bestemmiare è da ignoranti

Quante volte c'è toccato sentire il solito tedioso "ragionamento": se credi in dio, come puoi insultarlo? eGLI è infinitamente buono, ti ha donato la vita e inoltre nel caso in cui esistesse, rischieresti l'inferno, ustioni eterne, caronti e cerberi; già!! Mi sorbirei probabilmente anche le encicliche di papi cardinali e vescovi che vi soggiornano. Insomma, una bella rottura di coglioni rispetto al più salubre e rigoglioso giardino dell'eden.Ma se al contrario hai la "convinzione" (altrimenti detta "arroganza" da ciellini e papa boys) che dio non esiste, allora che lo bestemmi a fare?? Insulta topolino o kenshiro, almeno non rischi di offendere nessuno. Che poi sia corroborante per lo spirito offendere qualcuno utilizzando dio, o che kenshiro sia di gran lunga un migliore soggetto di culto e idolatria, sono argomenti che affronteremo un'altra volta.
Il fatto è che io credo fermamente non solo che bestemmiare in presenza di cattolici e in luoghi pubblici sia legittimo, ma che dio esista.
Sì, dio esiste e ne abbiamo dimostrazione, negli stessi termini per cui esiste topolino.
Il topo c'è, lo sappiamo tutti. Verosimilmente non lo definiremmo "roditore parlante, amico di pippo e paperino, residente a topolinia ecc", ma come "prodotto della fantasia e della matita di walt disney, nato nel 19xx ecc"; se la poniamo in questi termini topolino esiste, e la cosa non è opinabile.
Inoltre la sua esistenza ha portato a risultati assolutamente concreti, tangibilissimi. In termini di danaro e marketing, di emozioni e sensazioni, di sfruttamento del lavoro minorile ai danni di giovani haitiani che consumano le loro vite stampandone le sembianze su T-shirt, cappelletti e quant'altro; per come la vedo io tutto questo certifica ampiamente l'esistenza del celeberrimo ratto.
Il discorso aderisce alla perfezione a dio.
Non credo a nessun padre celeste perfettissimo che dona la vita, la teoria secondo cui la vita è un incidente chimico-fisico mi sembra più convincente. Credo però nel dio cattolico, ispiratore (per volere degli ispirati) di arretratezza e strumento di irretimento e di "mass distraction" nonché grande legittimatore delle peggio schifezze di cui l'umanità può fregiarsi: massacri, invasioni, colonizzazioni, barbarie, crociate.
Credo che esista un “entità emozionale” chiamata dio e utilizzata per ricattare lo sprovveduto ponendo veti sulla sete di conoscenza e lo spirito critico (emblematici a tal proposito i vari dogmi e la metafora del pomo della conoscenza) offrendo pace e serenità eterne in ritorno. Quel dio usato per osteggiare la ricerca sulle staminali e sulla fecondazione assistita, per porre veti sull'aborto, le tecniche anticoncezionali e l'eutanasia.
Altresì credo nel "buon dio" utilizzato come deterrente a furti e omicidi... se una persona non se ne astiene per semplice coscienza di sé e dell'altro, se necessita di un mito che la intimorisca per una civile convivenza... e sia.
Quel "dio strumento" esiste eccome e tutti i cristiani che si offendono quando sentono una bestemmia possono andare a farsi fottere finché non si mostreranno più comprensivi e sensibili verso chi ogni giorno si sente offeso nel vivere le mutilazioni perpetrate da dio e dai suoi sacerdoti alla civiltà e allo sviluppo della società in cui vive. Quel loro dio creato ad arte per vendere, a costi insostenibili, uno scopo alle nostre vite e una manciata di risposte a domande che dovremmo smettere di porci, perché nulla hanno a che fare colla felicità o il non-senso della vita.
Io sono offeso dall'uso che del dio le istituzioni fanno, sono offeso dalla presenza del VATICANO nell'organizzazione delle nazioni unite, sono offeso da tutti coloro i quali sentendosi terribilmente sporchi dentro hanno necessità di mostrarsi lindi fuori e trovano in dio uno strumento perfettamente adatto a tale scopo; permettetemi almeno di odiarlo e di insultarlo in santa pace. Non sono costruttivo né propositivo, lo so; e mi sentirei idiota nel cercar d'esserlo nei confronti di un'istituzione che negli ultimi duemila anni ha dimostrato di ritenersi SEMPRE al di sopra di tutto e di tutti, d'essere autoreferenziale, di potersi giudicare da sola. Sarebbe come ragionar testardamente con un malato di mente dando fondo a tutta la propria, meravigliosa, logica.
Fulvio Diverio, dall'alto della sua magnum di cannonau c'aveva visto giusto. Aveva espresso chiaramente il concetto in poche sagge parole.
DIO NON ESISTE MA E' STRONZO LO STESSO.

natale

ne sono venuto a capo.ho capito qual'è il terzo motivo per apprezzare il natale, o meglio, questo periodo dell'anno.
per ricapitolare, i primi due:
-il picco di insostenibile tristezza causato dall'altrui gioia che evolve in suicidio, e ogni scimmia in meno è un indiscutibile vantaggio; principalmente questo è il natale, un evidenziatore di quanto l'altri sono e hanno più di noi. un post-it con su scritto "non scordare quanto cacare fai" appiccicato su ogni scimmia che si rapporta ad altri. oltre al solito gargantuesco ammasso di merda o vomito, a seconda dell'orifizio scelto per smaltire la festa.
-dita nasi braccia e quantaltro, amputati da mortaretti e puttanate da ragazzino trentacinquenne. nella migliore delle ipotesi qualche essere senziente (e non dei migliori) strappato alla vita. ottime possibilità che sia napoletano.
-il natale aiuta ad apprezzare il resto dell'anno.
tanti auguri!

Neve.

sono le 6e13 del sette gennaio duemilanove. l'epifania tutte le feste ha portato via, e le ha sostituite con tonnellate di merda bianca fredda e probabilmente cancerogena come tutto il resto.ma nonostante ciò amo la neve, perché costringe le persone a prendersela con più calma, a vedere sotto ad un'altra luce tutti quegli impegni che durante l'anno sembrano improcrastinabili. in lombardia però non tutti la vivono così, qui alcuni duri e puri riescono a mettere il profitto davanti alla distruzione del pianeta, una nevicata li fa ridere. la neve quindi produce due effetti, quelli che se la prendon con calma e non si oppongono al volere dei cieli, migliorando di fatto il contesto generale in cui si vive, loro e degli altri; e quelli che si arrabattano col cayenne o il bmw smerdandosi il cappotto de cachemire e imprecando quel che dopodomani idolatreranno da bravi..
la sveglia si mette a suonare, di nuovo. considero la sveglia la versione 2.0 del negriero fustigatore da caravella, la radiosveglia cazzo. la sveglia è quello strumento che ti dice d'alzarti. cazzo. l'uomo seimila anni fa si alzava quando esauriva il sonno, ora si alza quando suona la sveglia. ben disposto quindi verso il progresso bestemmio e mi alzo.
mi copro per bene (in pratica mi vesto senza togliermi il pigiama), infilo gli stivali, l'mp3 con bernard hermann e, come travis bickle camminava per new york, navigo tra l'infame neve grigiastrogiallamarrone di mariano comense. il bus ha mezz'ora di ritardo ed impiega mezz'ora in più per giungere a destinazione. il viaggio è tranquillo, poi ora che ci ho l'mp3 è tutta un'altra cosa.
verso novembre scorso stavo pensando di comperare un lettore per gli mp3, considerai i pro e i contro. questi ultimi erano i più numerosi, e uno di essi era rischio di sordità nel breve-medio periodo a causa di 'sti auricolari che si usan ora. poi a natale me ne hanno regalato uno e l'ho voluto provare. quello che non consideravo nei pro, da vero niubbo della musica da passeggio, era che l'mp3 annulla le teenager e le loro bocche di merda. i culi incorniciati in tribali, tanga e pantaloni da zoccola rimangono, la voce scompare. dopo un breve riconteggio dei voti decido che mi serve l'mp3.
gli sleepytime gorilla museum spazzano via le cazzate delle vecchie e il chiacchiericcio da corriera, mi ributto felice nella neve e in cinque minuti raggiungo il mio posto di lavoro.
sbrigo le poche cose in fretta, sono le 11e30 e sto di nuovo alla fermata del pullman. alle 11e53 dovrebbe passarne uno ma so che avrò fastidi, alla radio ho sentito di disagi gravi per milanesi liguri e palestinesi, anch'essi alle prese con merda bianca che casca giù dal cielo. alle 12e30 passa un pullman, che però si ferma a carate. alcuni lo fanno, il problema è che a mariano mancano diversi chilometri, e già diverse corriere m'han dato buca. una polacca chiede info all'autista senza ritegno alcuno nel mostrare quattro stalattiti e du stalagmiti demmerda che ancora le resistono ancorate alle gengive. due vecchie brianzole smarrite, ormai meglio disposte con polacchi romeni ecc che verso autisti terroni le danno manforte, sicuramente più interessate a trovare il colpevole di qualcosa che non capiscono fino in fondo e di dar vita a una bella discussione, che d'arrivare accasa.
l'autista sbotta, ci spiega che lui nemmeno dovrebbe starci lì e che sta sostituendo qualcuno, che la pasta a casa potrebbe essere cotta, che la neve è una merda. le consiglia in malo modo di andare a fare autostop e d'arrangiarsi.
è chiaro. un autista quanto potrà guadagnare? 30-40 euro al giorno? oggi molti hanno aperto la finestra, e hanno deciso, in seguito a un breve calcolo, che era più conveniente tornarsene a letto, girare un porro e accender la tele. e come biasimarli. io sto con loro anche se in questo momento mi stanno creando un fastidio, non val la pena affannarsi quasi per nulla. ho sbagliato io che stamattina dovevo ragionar come loro.
con altri disperati ci mettiamo alla fermata ad aspettare un pullman, mancano 7-8 km a casa. la neve continua per la sua strada, la gentaglia fa comunella e cominciano a parlar dei cazzi loro. di solito quando fanno così mi ignorano, ma sarà che questo mese ho fatto la barba o che sono dispari e gliene manca uno. cercano di incrociar lo sguardo, parlano credo, non so ci ho su gli estradasphere e non sento un cazzo. sono in cerca di approvazione, hanno voglia di lamentarsi del niente, quelle robe lì. quando fanno così, se non sei ubriaco, è sempre meglio ignorarli e allontanarsi. li ignoro e mi allontano, sempre annuendo e con l'aria esageratamente compiaciuta e complice. mi scappa un pisciatone e da bestemmiare, mi si stanno ghiacciando i piedi. alle 13e45 passa un pullman che va in deposito e ci dà uno strappo, ci molla a tipo 4 km dalla destinazione.
mi incammino verso casa assieme a una signora sui cinquanta. dopo cento metri le propongo di fare autostop. lei è scettica, ma non ha idea del mio glorioso passato da autostoppista. poi è una situazione stronza, la gente è un po' più altruista in questi casi. e poi cazzo lei è una vecchia, ma questo evito di farlo presente. cinque o sei macchine filan vie lisce ma una macchina bordò accosta. “te lo dicevo” dico collo sguardo alla socia, e mi avvicino. ci son su due tizi, il passeggero, un bulgaro polacco russo o simili, stava sul pullman con noi! ci aiuterà! mi dice “alora pasa pulman?” “no no anzi, se ci dai uno strappo” “ah no io arivato qua” e col dito indica il suolo. il tizio al volante indica il suolo anche lui. prendon su e vanno afanculo, giusto nella direzione in cui andremmo anche noi.
ci spariamo tre chilometri tra lo schifo nevoso e le macchine che accelerano per farti lo schizzetto del cazzo, ignare del fatto che noi dell'FRRP (fronte rivoluzionario di rinascita pedonale) stiamo iniziando a girare coi sassi in tasca.
niente oggi sarebbe potuto andare peggio di così, verosimilmente.
invece no, col cazzo. a 500 metri dalla fermata a cui scendo ogni giorno, arriva alle nostre spalle il pullman. si ferma e saliamo. l'autista è un vivace guaglione partenopee che sta spiegando ad alcuni passeggeri quanto si stia meglio a napoli e quanto spera di poterci tornare presto. mi sento folgorato da un insolito quanto breve lampo di amore verso il prossimo e pieno di altruismo solidarizzo con lui augurandogli un pronto rimpatrio. dopo poco mi congedo e dirigo verso casa.
c'arrivo che sono ormai quasi le 15. mi metto a leggere. dopo poche righe mi imbatto nella frase seguente: “dopo cena non potete fumare perché il tabacco (o quel che fumate di solito ndd) è umido. per fortuna siete in possesso di una bottiglia di un certo liquido che, se preso in dose giusta, vi rallegra, vi inebria e vi ridà sufficiente interesse per la vita tanto da indurvi ad andare a dormire”.
che roba strana l'uomo, mi capita di pensare a volte. riesce ad elevarsi tanto da esprimer certi concetti deliziosi in modo così felice, semplice... efficace. e in generale, la moltitudine di cose a cui è arrivato. ma anche ad abbassarsi così tanto da far sembrare aperta di mente una capra. incapace di riconoscere in cosa ha senso spender le proprie risorse, in quali casi rinunciare al proprio onore.
la neve è pericolosa perché crea un'atmosfera diversa, mostra che potrebbe andar diversamente.
ah! e ci è costata 535 milioni di euro.

guardamilano

Quest'oggi era una giornata mica da buttare.
mi era stata fatta una delega per andare a ritirare un portafoglio smarrito all'ufficio oggetti rinvenuti di Milano. siccome ho finito al lavoro alle 11 e avevo con me il necessario ho deciso di andarci.
prendo il pullman delle 11e15 per Monza. cazzo è bellissimo quando i mezzi pubblici sono strapieni di scimmie tanto da sembrare cassonetti colle ruote, ma sono straordinariamente tutti silenziosi. tranne le due ragazzine puttane che parlano ad alta voce per tutta la fottuta durata del tragitto. ritengo di avere una soglia del fastidio abbastanza alta e ahimè, una capacità di concentrazione che funziona bene come l'uccello di un 90enne che ha iniziato coi piercing estremi, biforcazioni e body mods a 12 anni. a Manila. non vorrei quindi apparir troppo schizzinoso, specie verso il casino, dall'alto delle mie carriera scolastica che annovera tre (numero magico) sospensioni e 666 (numero della bestia) note sul diario e/o registro. è che mentre leggo la mia concentrazione diventa fragile. come l'imene..... eccetera.
bé queste due stronze fottute, che poi come una palla di merda che rotola sulla merda sono esponenzialmente cresciute fino al numero di quattro, hanno affrontato principalmente due argomenti.
_la loro militanza nel gruppo di feisbuc "quelli che al citofono rispondono io", fregiandosene enormemente.
_una loro amica, che ovviamente era assente e quindi denigrata fino alla miseria più marrone, aveva osato esprimere la sua preferenza in favore di Denzel Washington in un contest che lo vedeva contrapposto a Johnny Depp. giudicavano la loro "amica" come un inquisitore si rivolgerebbe al peggiore dei blasfemi fottuti.
Arrivo a Monza. per un periodo della mia vita, per certi versi anche fico, ho frequentato quella stazione e rivederla tutta rinnovata mi ha fatto un certo effetto.
faccio il biglietto alla macchinetta automatica. prima di stamparlo mi chiede se voglio donar dei soldi a telethon per la ricerca. io personalmente odio l'essere umano e auspico la sua estinzione quindi pigio su NO, GRAZIE. non pesa nulla. quando la zingarella si mette li dietro di te che fai il biglietto, tu non le dai un cazzo, ma qualcosa dentro la senti. che sia fastidio, tristezza, disagio. hanno messo uno zingaro nella macchina cazzo, solo che quando pigi VATTENE AFFANCULO non senti niente di niente.
prendo il treno per Milano p.ta Garibaldi, quindi la metro fino a porta romana. l'ufficio oggetti rinvenuti sta in via Friuli 30; mi documento su una mappa esposta alla fermata della metro, e salgo in superficie.
una ragazza mi ferma e mi chiede quale fosse l'ultimo libro letto. Questo qua le dico, e lei mi chiede quanti libri leggessi in un anno. una cinquantina le dico, ma 4 è le media degli italiani mi dice. mi uniformerò le dico. avrei dovuto rispondere "ma io so giapponese" come faccio sempre nei momenti di crisi. comunque non leggo poi molto, lo faccio solo quando aspetto un mezzo e quando ci sono sopra. un sacco di gente potrebbe leggere una cinquantina di libri l'anno. bé mi trascina da una parte dicendo che m'avrebbe dato un libro gratis e uno scontato. quando sento gratis non capisco più un cazzo. i libri gratis tra cui scegliere sono accozzaglia stile harmony e amenità simili. dice che loro sono specializzati in gialli. le chiedo dunque se ha qualcosa di Scerbanenco. solo italiani risponde lei.
vabè tiro su un libro su come fare cazzate col cartone, sapendo già a chi regalarlo, e sapendo già che sarà contentissima ma non riuscirà mai a costruire un cazzo col cartone. abuso della gentilezza dei librai e mi faccio indicare via Friuli.
arrivo davanti all'ufficio oggetti ritrovati, che è anche sede della polizia locale. bellino da fuori per essere in Italia. entro e seguo i cartelli per l'ufficio che m'interessa. salgo scale ripide, stile tribunale in soffitta di Kafka.
cazzo arrivo a destinazione e mi rendo conto che quel posto è uno spettacolo. ci sono occhiali in buste trasparenti contrassegnati 1974. robe da clip di mina. cesti di ombrelli e una parete di chiavi, portachiavi, roba che nessuno cercherà mai, roba di gente che magari è già morta, roba che non appartiene più a nessuno. poi bé che a Milano ti restituiscano il portafoglio coi tuoi 80 euro dentro è qualcosa che ti fa pensare. so che c'è qualcosa che non va, ma non mi arrendo, no cazzo. alzo la testa e decido di indagare. decido che con quei 80 euro, che non sono miei peraltro, comprerò due bottiglie di vino e una di grappa, roba pregio. grazie all'aiuto di tali meraviglie potrò concentrarmi su qualcosa, che nel frattempo avrò dimenticato, risolvendo magistralmente il problema.
vado via, cerco di muovermi, voglio essere a casa con vino gatto e divano il prima possibile. Milano non m'è mai piaciuta e non comincerà certo a piacermi oggi. mi scappa da pisciare, a Milano mi capita SEMPRE ma solitamente sono ubriaco e lo faccio su qualche vetrina mentre i miei amici da dentro il negozio mi indicano.
è sempre bello constatare che in una delle città civili di quella piccola parte di mondo che si definisce civile, espletare un bisogno atavico quale pisciare, sia di fatto cosa non solo complicata ma addirittura onerosa! poi se bestemmi si incazzano...bah.
piglio una metro per raggiunger Cadorna. mi siedo e mi metto a leggere, sale una tizia tutta affannata con un carrellino da spesa su cui poggia un piccolo amplificatore di quelli da chitarrina elettrica, con attaccato il suo violino e un lettore mp3. non è una merdona, anzi il contrario. sembra una persona normalissima, è vestita decorosamente e probabilmente meglio di me, non cerca in alcun modo di esternar disperazione. elargisce sorrisi leggerissimi alla gente indifferente, il tutto mentre suona my way di Sinatra (Nina Hagen e Sid Vicious) e si mantiene in equilibrio. bah io non do mai un cazzo a nessuno, solo un ubriacone senza una gamba riuscì a scucirmi un paio di euro, promettendomi che con quelli ci avrebbe comperato da bere. quindi per sta volta, in via del tutto eccezionale, butto tutta la moneta che ho nel suo bicchiere. pensare che c'uscivano du ceres, ora, mi pesa in fondo al cuore. ma chiunque sbaglia.
il treno Cadorna-Mariano parte alle 15e10. posso salire su un altro treno e pisciare, ma se parte e mi ritrovo a Bergamo? o a Saronno? ste città di cui ho sempre e solo sentito parlare, nemmeno so se esiston davvero. vaffanculo, opto per il cesso di Cadorna. c'è un ometto seduto li davanti che aspetta.
orinatoio 30cent, cabinetta 50cent. eh cazzo. non ha alcun senso. se applico la matematica mi esce che una cagata mi costa meno di una pisciata. non riesco a capire su che base. ma evito anche di chiedermelo. gli butto 50 cent che nel frattempo ho rialzato facendo il biglietto. lui mi indica la cabina. io voglio solo un orinatoio, ma Gesù santo, te sei il vecchino del cesso di Cadorna, io i 20 centesimi non li voglio. hai le mani sporche di cazzo, di mutande sgommate, di tarzanello. sulle tue mani c'è tutto il fottuto popolo della morte. sei l'untore di tutti i mali venerei, le tue mani piagano le carni laddove sono maggiormente sensibili. pigliati i 20 centesimi e ficcateli su per il culo. usali per grattarci un gratta e vinci ma stammi cazzo lontano. soprattutto mentre piscio. assomigliava anche alla metà di sopra di Dario Fo. tutto ciò solo per pisciare, il trauma nel nostro mondo va metabolizzato subito, e senza romper troppo i coglioni.
arriva il treno. è caldo, è morbido, e il mio sedile reca anche la scritta: chi legge è gay O LESBICA. io non ho parole, questo tizio non lo frega più nessuno. previdente, sagace, mostra genialità nell'insulto e sfregia la comune proprietà mettendosi al livello dei più potenti del nostro paese, e lasciando noi poveri perdigiorno avvinazzati con un palmo di naso. davvero cazzo congratulazioni vive, ci vuole potere per far vacillare la mia convinzione che anche l'ultimo degli stronzi debba aver possibilità d'esprimersi.
il viaggio di ritorno è tipo la via crucis, però spalmata di merda. come sopra, assoluto silenzio, una singola scimmia prende la parola. in 56 minuti, tanto è durato il viaggio, è riuscita a PARLARE SEMPRE ININTERROTTAMENTE DI UNA SOLA COSA. sua madre era via, lei stasera avrebbe potuto uscire solamente dopo le 20, non era disponibile un'autovettura prima. BASTA. 56 minuti del cazzo, per esprimere in tutte le sue forme questo unico concetto. altre 30 persone zitte. la persona a cui parlava ogni tanto accennava un sì colla capoccia, ma la sua voce è tutt'ora ignota.
a dirlo sembra surreale. e lo è. la gente fa di tutto per espandere il proprio ego, e fino a che non te lo ficca su per gli orecchi cazzo non si ferma. e tu sogni quella roba che c'è in topgun. quel pulsantino con su scritto eject. il merdo viene scaraventato fuori dal veicolo tramite sedile a molla. unica variazione, niente paracadute.

N come novembre. ma soprattutto come Novello.

Novembre è senza dubbio il mio mese preferito per diverse ragioni. è il mese del maiale che veniva in passato macellato appunto a novembre per sfruttare la stagione fredda, è il mese dei cachi di cui sono feticista, si trova ancora l''uva che è il mio cibo da film preferito. i colori spaccano il culo e che dire di quelle giornate ventose fredde e assolutamente limpide, che al sole fa caldo mentre al freddo c'hai la cappella taa fintus. ma oltre a tutto questo, novembre è il mese del vino novello. Il vino novello è un vino che grazie ad una fermentazione accelerata tramite macerazione in ambiente ermetico pieno d'anidride carbonica, vien pronto un mesetto appena dopo la pigiatura dell'uva. è un vino fresco e mediamente aromatico, che va d'accordo un po' con tutto e che va consumato giovane. Siccome i costi di produzione sono di molto inferiori rispetto al solito vino, viene spesso venduto a non più di cinque euri la boccia. E' vino rosso (le bucce infatti giocano un ruolo fondamentale nella fermentazione) e viene un po' da tutt'italia perchè prodotto con uve (o mix di uve) diverse.Esselunga come ogni anno offre puntuale ai propri clienti una ricca selezione di vini novelli per tutte le tasche, tra i quali ho da fare due segnalazioni:
-Novello Terra di Tacco, inferiore rispetto a quello dell'anno scorso che mi sconvolse per il suo rapporto qualità prezzo. 1,99 come la passata stagione, ma più anonimo al palato. Etichetta industrial - cyber punk che personalmente rompe un po' i coglioni. Viene da Latiano (BR), nel salento. una combinazione di uve negroamaro e montepulciano. trestelle
-Novello Dono d'autunno, viene a casa con voi per soli 2 euri e 69 euricents che si guadagna solo per nome e la bella etichetta, che raffigura, con un elegante bassorilievo, delle foglie autunnali di diversi colori. Fa un'ottima figura sulla tavola romantica che avete imbandito per rimediar qualcosa dalla tipa, vi sarà amico anche se consumato in treno con un bicchiere di plastica. Morbido quasi dolce non stona a pasto, ma se ne scende tranquillo anche alle 10 di domenica mattina durante un pigiama party.
prodotto con uve sangiovese e merlot arriva dritto dall'umbria, regione che mi divenne simpatica quando la maestra, a scuola, disse che era l'unica regione del sud non bagnata dal mare. un po' l'antisardegna per eccellenza. quattrostelle
Da segnalare inoltre su facebook la Marcia contro il vino novello e Scommetto di poter trovare 100.000 utenti che apprezzano Silvio Berlusconi.

SCOPE E STRAMONIO

Uno non se lo immaginerebbe mai perchè le streghe volano su di una scopa. e forse è meglio nel caso in cui il suo figliolo pensasse di avere delle delucidazioni in quanto la storia oltre a comprendere un cazzutissimo cerbero, il cane a tre teste guardiano degli inferi, inciampa in abuso di droghe e masturbazione; ma d'altronde l'immaginario comune riconosce alle streghe una certa figosità, emancipazione...
Com'è noto ercole durante le sue peripezie ebbe occasione di passare dall'ade. per non so bene che motivo si mise in testa di trascinarne fuori il guardiano, cerbero appunto un mastrino incazzosissimo. si dotò dell'arma più micidiale di sempre, la catena di una bicicletta, e riuscì nella sua impresa. ma mentre lo trascinava fuori, il cagnaccio sbavava ovunque e la sua mefistofelica bavuscia ricopriva intere zolle di terra.
Naque una piantaccia che migliaia di anni dopo verrà catalogata come "Datura Stramonium", volgarmente chiamata stramonio, una solanacea sorella quindi di mandragora (questa venne invece originata dallo sperma di un condannato a morte per impiccagione, schizzato fuori durante il soffocamento ) e belladonna come di patata e pomodoro.
Gli effetti dello stramonio comprendevano e comprendono tuttora visioni, e il classico senso di leggerezza tipico di molte sostanze stupefacenti; le streghe ne abusavano ma non alla maniera del fattone di periferia che agile si muove tra cartoni sciolti nel castellino, kratom e noci moscate; lo scopo dei loro viaggi, come per gli shamani gli uomini medicina ecc, non era il mero sballo (che comunque presso di me gode di una sua dignità) ma piuttosto un mezzo per raggiungere un certo fine. il consumo non era il fine stesso. nel caso dello stramonio, l'abilità che se ne acquisiva era quella del volo, apparenza indotta dal formicolio e dal senso di catalessi delle gambe.
Ma le streghe non fumavano mica lo stramonio. e nemmeno ci facevano l'infuso o il decottino. piuttosto lo riducevano in pasta (per l'esattezza si parla dei semi di stramonio), ne spalmavano l'estremità di un bastone di scopa che andavano ad introdurre nella cavità vaginale. questo era secondo le streghe il modo più efficace di assumerla. o forse lo spacciavano come tale per godersi i side effects senza arrossire.
Insomma se la godevano della grossa e probabilmente si facevano vedere in giro belle stupefatte e felici. e ora come allora agli altri stai sul cazzo se sei troppo felice, troppo a lungo e senza motivi apparenti.
Ma la cosa curiosa è come certi eventi vengano manipolati e trasformati quando passano da cervello a cervello, da copiatura a copiatura, da scimmia evoluta a scimmia evoluta. Un rudimentale dildo trasformato in una simpatica cavalcatura. Una differenza molto più ampia di quella che, ad esempio, corre tra un imene intatto e un cimitero di uccelli. Tutto ciò è applicabile a un'infinità di cose, di storie.
che diventano idee e credi. che diventano vite, che spesso si intromettono in altre vite, limitandole, al solo scopo di promuovere prepotentemente le idee costruite e distorte a loro agio.
'na merda.