sabato 6 agosto 2011

il casco

Stavo vedendo sto film, di e con antonio albanese.
a 'na certa antonio, nel film si chiama cetto la qualunque, rimprovera melo, suo figlio, per essere andato in motorino col casco.
se usi il casco, gli dice, la gente penserà che sei timido. dopo un po' lo incontra senza casco e gli dice, bravissimo, ora sì che mi sembri uno sincero.
poi oggi sono andato a fare la spesa e ho visto uno senza casco.
e mi sono venuti in mente quei due aggettivi, timido e sincero.
e m'è venuto da ridere un sacco. sì perché ho sempre pensato, anche all'alba dei 29 anni, quasi 30, che uno che non si mette il casco è uno libero, ribelle, cazzuto. ma se ci pensi 3 secondi ti accorgi che ste cose vanno ricercate altrove, è che sei abituato a pensare così. chi va senza casco in realtà è come cetto la qualunque. pensa che se rispetti le precedenze la gente ti prende per ricchione, insomma, sei un poveretto. il casco te lo metti per te, se non te lo metti, non te lo metti per gli altri. per quello che gli altri pensano di te. se quello che gli altri pensano di te è così importante, cazzo non sei né libero né ribelle. sei uno che ricerca il meglio di sé negli sguardi degli altri. sei la peggior deformazione dell'altruista. fai cacare.

venerdì 8 luglio 2011

sogno

stanotte ho fatto un sogno, che dicono che li fai tutte le notti ma io non me li ricordo mai.
Questo qui è stato bello e me lo ricordo molto bene, così lo scrivo.
Per non so bene che motivo avevo deciso che dovevo fare la confessione, allora prendo su la bici e vado in chiesa.
Entro fin dentro la chiesa colla bici e la parcheggio accanto ad un confessionale, che però non è quello solito, è una di quelle macchinette per fare le fototessera colla tendina. Ficco una mano in tasca e rinvengo la sola monetina che ho con me, la inserisco in un pertugio.
Scosto la tendina ed entro e sto lì in piedi davanti a un prete cogli occhi umidi, caccolosi, probabilmente non vedente. Mi pesta un piede dopodiché pronuncia, nel nome del padre, del figliolo e dello spirito santo. AMEN!! ci dico io con quell'entusiasmo che si applica nel rispondere quando sei consapevole che quella risposta lì è l'unica che sai.
a quel punto il prete mette in moto il baracchino delle foto che produce lo stesso rumore di un apecar, e inizia a muoversi. ci muoviamo dentro la chiesa fin quasi all'ingresso, il prete parcheggia e dice, prima di procedere alla confessione vediamo quanto hai messo, e cava fuori da non so dove la mia monetina, che era da 20 centesimi. Senza restituirmela mi fa sapere che non basta, e che devo scendere.
la confessione non me la fa mica, allora mi spoglio nudo e torno alla bicicletta, dopodiché mi rivesto e vado accasa.
chissà cosa vuol dire, a parte che i preti son delle merde, che vabbè per quello non è che serva saper interpretare i sogni.

venerdì 15 aprile 2011

patriottismo

l'italiani mi fa talmente cagare che quando sento uno straniero parlare italiano provo una specie di tenerezza, commozione. come fosse un gesto, un'attenzione affettuosa e totalmente inutile. una carezza a un cane colla lebbra.

giovedì 24 marzo 2011

spheega maxima

stavo guardando la tivì uno di sti giorni quando capto un dato per me interessantissimo, una di quelle robe che ci pensavi già prima, che ti chiedevi e che per pigrizia o chissà che non ti eri andato a cercare; evidentemente succede anche che a volte la passività televisiva paghi. il dato in questione è: tra 41 anni, secondo le stime, finirà il petrolio a nostra disposizione, o almeno quello contenuto nei giacimenti di cui l'umanità abbia notizia.
41 anni, ne avrò 70 tondi.
poi cazzo ti vien normale incrociare 'sto dato con altri:
la terra, mi dice wikipedia, ha 4,54 miliardi di anni.
l'uomo ne ha 200mila.
il petrolio inteso come fonte di energia va dunque dal 1850 al (2011+41) 2052.
2052-1850 = 202.
due secoli insomma. che diviso duecentomila, la permanenza dell'essere umano sulla terra, fa mille.
avevo solo una possibilità su mille di nascere nel momento più grigio, inquinato, puzzolente, cancerogeno, stronzo, capitalista, pieno di plastica eccetera della storia dell'uomo. che poi se ipoteticamente potevo nascere prima allora potevo nascere pure dopo, e allora la possibilità di capitare nel momento peggiore sono ancora più remote.
che sfiga.

mercoledì 2 marzo 2011

far via la merda vs. uomini e donne

da qualche giorno ho iniziato il tirocinio come asa.
asa è acronimo di ausiliario socio assistenziale, cioè un tizio che assiste chi non è capace di assistersi da solo. uno che imbocca i vecchi, che li aiuta a svolgere certe pratiche e, terrore dei terrori, gli lava il culo il picio e la smagina. e chiunque ti chiede di sta roba, se ti fa schifo la merda, se magari sei ricchione e se non hai considerato vie di realizzazione alternative eccetera; io stesso non ero da meno, il mio timore per la merda si gonfiava man mano che la data dell'inizio del tirocinio s'avvicinava.
oggi, dopo tre giorni di suddetta pratica ho le idee molto più chiare su cosa è logorante, su cosa è stressante e su cosa è ributtante.
aggettivi che sintetizzano alla perfezione le attività dell'erreessea (residenza socio assistenziale) primopomeridiane: il rincoglionimento televisivo davanti a uomini e donne.
porcodio.
e pulire i culi sarebbe brutto? ma almeno ti pagano, ci mangi e ci esci i soldi per il vino.
dopo quindici minuti quindici di trasmissione speri con tutto il cuore che qualcuno si caghi addosso.
certo, la de filippi è una professionista pantagruelica: coniugare aspetto e tono pseudointellettuali e contenuti subumani e lesivi della dignità umana delle relazioni sociali e dell'esistenza tutta, mica deve essere facile.
e così quando la nonnetta con un principio di alzheimer scatta in piedi e si mette a strillare/cantare "che vita ormai, avere il moroso e non vederlo mai" o "avevo una casetta piccolina in canadà" coprendo ogni altro suono nel raggio di 50 metri tu pensi, dio grazie, e finalmente riesci a cogliere quel briciolo di genialità che dicono essere insito nella follia. anche una scureggia lo sarebbe qualora distogliesse l'attenzione dal teleschermo.