mercoledì 2 marzo 2011

far via la merda vs. uomini e donne

da qualche giorno ho iniziato il tirocinio come asa.
asa è acronimo di ausiliario socio assistenziale, cioè un tizio che assiste chi non è capace di assistersi da solo. uno che imbocca i vecchi, che li aiuta a svolgere certe pratiche e, terrore dei terrori, gli lava il culo il picio e la smagina. e chiunque ti chiede di sta roba, se ti fa schifo la merda, se magari sei ricchione e se non hai considerato vie di realizzazione alternative eccetera; io stesso non ero da meno, il mio timore per la merda si gonfiava man mano che la data dell'inizio del tirocinio s'avvicinava.
oggi, dopo tre giorni di suddetta pratica ho le idee molto più chiare su cosa è logorante, su cosa è stressante e su cosa è ributtante.
aggettivi che sintetizzano alla perfezione le attività dell'erreessea (residenza socio assistenziale) primopomeridiane: il rincoglionimento televisivo davanti a uomini e donne.
porcodio.
e pulire i culi sarebbe brutto? ma almeno ti pagano, ci mangi e ci esci i soldi per il vino.
dopo quindici minuti quindici di trasmissione speri con tutto il cuore che qualcuno si caghi addosso.
certo, la de filippi è una professionista pantagruelica: coniugare aspetto e tono pseudointellettuali e contenuti subumani e lesivi della dignità umana delle relazioni sociali e dell'esistenza tutta, mica deve essere facile.
e così quando la nonnetta con un principio di alzheimer scatta in piedi e si mette a strillare/cantare "che vita ormai, avere il moroso e non vederlo mai" o "avevo una casetta piccolina in canadà" coprendo ogni altro suono nel raggio di 50 metri tu pensi, dio grazie, e finalmente riesci a cogliere quel briciolo di genialità che dicono essere insito nella follia. anche una scureggia lo sarebbe qualora distogliesse l'attenzione dal teleschermo.

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