sabato 26 giugno 2010

Vanessa ti invoca. Elogio dell'autoerotismo old school.

quanto segue nasce in modo un po' particolare: era un sabato notte e siccome avevo mischiato delle birre brutte a dell'anice forte avevo pensato che magari potevo scrivere un racconto in cui un tipo si fa una sega su internet e si imbatte nella figlia, porno attrice a tempo perso. Non sapevo ancora bene come andava a finire, se lui la menava, la trombava o la sfruttava. però poi mi son perso via ed è venuta fuori una roba totalmente diversa. ed è finita alla solita maniera, colla nostalgia. e se finisce sempre tutto colla nostalgia allora forse è inutile opporsi.


Oggi mi stavo facendo una sega su internet.
Pratica comune eh, diffusissima. Lo si deduce solo da come si esprime la cosa. “Farsi una sega su internet”, tutti capiscono cosa vuol dire anche se la forma è contratta al minimo. Mai sentito nessuno dire “mi faccio una sega mentre guardo dei video o delle foto porno su internet”. No. “mi faccio una sega su internet”. E tutti sanno a cosa mi riferisco, a nessuno verrebbero in mente perversioni aventi come attori un pene e un modem. E se lo sanno tutti è perché lo fanno tutti o perché tutti sanno cosa trovi su internet. E una volta che sai cosa trovi è un attimo per la mano raggiungere le parti molli. Che poi sembra una giustificazione, lo fanno tutti, non è grave! Ma mica ho mai pensato che farsi una sega è peccato, anzi! Peccato non farsele le seghe. Ogni lasciata è persa. Semmai la critica arriva dai tanti teorici di seghe che ho per amici, conoscenti, pure qualche parente, critica che condivido. Con internet il piacere va a farsi fottere, diventa routine, due palle.... Oggi ho voglia di porno dormitorio di college della california click click click, fruck fruck fruck, splash. E lo stesso colle mamme troie, le ex fidanzate ubriache, le giapponesi che si infilano polipi ovunque. Vivi. Tutta una serie di giochini coi piedi, colle minzioni e le deiezioni, coi criceti e coi cavalli. Non ti sbatti mica troppo a trovare tutto sto ben di satana, e mi han detto una volta che se hai tutto per niente, finisce che poi niente ha più valore. E a ben pensarci questa qui è mica tanto una cazzata. Se penso a quanto valore aveva per me “Vanessa ti invoca”, quell'audiocassetta porno che mi girò lo zio Bruno sarà stato il '93 '94, tempo delle prime pippe. Credo si possa parlare di amore. Quando ami hai quel senso di malessere, certi dicono che è paura di perdere l'altro. Feci infatti qualche copia della cassetta. La storia era semplice e diretta, c'era questa fanciulla, Vanessa appunto, che era a casa da sola e aspettava un suo amico, tale Ezio. Qua apro una parentesi. Radicale il valore delle cose che assorbi dall'esterno in giovine età; per me da allora ed è vero ancora oggi, Ezio è sempre stato un nome da pornoattore, da scopatore folle e spudorato, bravissimo, superdotato, uno che ha letto e capito il manuale di istruzione e distruzione della donna. Comunque, tornando alle vicissitudini di Vanessa. Lei parlava da sola in casa, aspettava Ezio e diceva “speriamo che mi porti i salatini, anche se in realtà io voglio il suo cazzo” e rideva grosso modo come la strega di Biancaneve. E io giù a farmi seghe. Poi la Vanessa parlava al telefono con Ezio, che sentendo la sgallettata si accorge subito che tira aria di figa e dice che in cinque minuti è lì. Allora la Vanessa tira giù le tapparelle simulando orgasmi multipli, si fa un bidet per essere in forma smagliante per Ezio. Poi sentivi quel bel clanck metallico, roba che gli odierni cd e i comodissimi mp3 si sognano, e allora dovevi mollar lì il pisello e girar la cassetta, che io non ci avevo neanche l'auto-reverse ai tempi. Poi arrivava Ezio e le pisellate si sprecavano, chiappe di qua, tette di là, stantuffate di quelle violente, quelle lesive della dignità della donna ridotta a due chiappe all'aria e alla guancia spiaccicata sul cuscino del divano. Chi ha un ricco immaginario pornografico come me ha la scena in mente precisa. Aaaah Ezio, che maschio sei, che cazzo... Se invece che Ezio si fosse chiamato Andrea probabilmente tutta la mia vita si sarebbe svolta diversamente.
Ma la roba davvero bella è che le cose andavano a finire diversamente. Un video porno su internet oggi finisce esattamente come nella realtà, e cioè quando l'alpha dominante di turno raggiunge l'orgasmo. Vanessa ti invoca no, le cose a quei tempi erano curate differentemente, non si badava solo a raggiungere lo scopo, ma anche al viaggio e al significato sotteso; una cura per il dettaglio che oggi, giugno 2010, oserei definire commuovente. C'era il finale a sorpresa, quello che non ti aspetti.
Onirica, quasi felliniana, Vanessa si rendeva conto di aver immaginato tutto. Nessuno aveva in realtà violato le sue già violatissime carni se non le sue stesse dita, era stato tutto frutto della sua mente e della sua micia. Niente Ezio e niente salatini, che dopo un'animata sessione di ginnastica pene-vagina vengono sempre buoni. La nostra eroina si era semplicemente abbandonata ai piaceri dell'autoerotismo con più trasporto del solito, dando vita a Ezio di cui mai durante il playback si sentiva la voce.
E come per magia tu non eri più solo, cambiava tutto. Non c'eri più tu, segaiolo brufoloso e disperato da una parte e Vanessa, inarrivabile donna di mondo dalla coscia generosa e dalle avventure laide e scabrose dall'altra. Ma due compagni di miseria, due solitari disperati, rassegnati alla realtà brutale, all'idea che il piacere risiede solo nelle proprie mani.

4 commenti:

  1. mi sa che quel film l'ho visto pure io, ma non mi ci facevo le seghe :(

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  2. no cazzo hai capito. era un'auDIOcassetta, come quelle di vasco e degli 883, però con una troia che orgasma

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  3. ah! ma secondo me c'era anche una roba su cassetta simile. io c'ho un vago ricordo. io ho un vago ricordo su tutto, quindi probabilmente era solo un episodio di primi baci

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  4. se ci era annette orgasmavo multiplo prima di metter mano alla patta.

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