lunedì 21 maggio 2007

21 maggio 2007, ovvero quando Durlincosa compì 26 anni.





Era già un po' che Letizia, sì perchè di quell'altro nome mi son proprio rotto i coglioni, mi rompeva i coglioni per portarla da qualche parte, probabilmente tediata dalla corsia 18 dell'esselunga di paina, quella degli alcolici. Tipo a fare un pic-nic.
Fu così che alle 8 di sta mattina alzammo il culo dal letto diretti in Valtellina, la valle che comprende la provincia di Sondrio e note mete di sciatori e wannabe montanari, tipo Bormio, santa Caterina Valfurva e cagate così; la prima nota piacevole è stata l'andare a farsi i cazzi propri mentre tutto il mondo inizia la settimana lavorativa, un'iniezione di pura spensieratezza e per Letuccia probabilmente una rottura di palle sentirmi ripetere ogni 5 secondi "ahah, sfigati" col dito puntato su ogni macchina che incrociavo. E nell'hinterland milanese non sono poche.
Per prima cosa siamo andati a prendere Lilli, il primo cane in multiproprietà, tra me e la mia genitrice. Abbiamo poi inforcato, accompagnati dal primo album dei Korn, la SS36, carichi di formaggi, salumi e bevande; stranamente, nemmeno io so perchè, nemmeno un alcolico. C'era già qualcosa a cui andava posto rimedio.
Dopo un paio d'ore superiamo il ponte che scavalca l'Adda e che separa Morbegno da Ardenno, la nostra meta. Ci procuriamo del pane e due litri di rosso da combattimento (2,89€), poi riprendiamo a salire verso il punto indicato e tanto decantato da chi poco tempo prima picniccò. La delusione non tarda ad arrivare, la strada è interrotta a causa di alcuni lavori di rimozione macerie. Una piccola ruspetta e due vecchi armati di cariole si portano via i detriti di una casetta che sembra esser stata demolita da poco. Con tanto di pubblico eccitato e partecipe. Comincia quindi l'avventura più bella, quella del rientro a casa, verso il mio goloso divanoletto ikea. Letì però non è d'accordo, e siccome oggi comanda lei non posso tentare obiezioni. Prendiamo quindi a salire a caso, sempre più in alto, per più di mezz'ora per una stradina di merda piena di curve, buche, strapiombi ai lati, contadini incazzosi, pecore, capre, vigneti (nino negri for president) e quant'altro.
Finalmente la strada puttana termina, e inizia l'avventura più bella, quello del rientro a casa verso il divano cazzuto, il lettore dvd, il frigorifero, la tazza del cesso, sorcicio e mustafacchio.
Letizia però, allineandosi un po' alla strada appena percorsa, nota un sentiero che non vuole smettere di salire. Buttiamo giù il culo per sommo piacere delle due cagne e cominciamo la salita. Camminare con Lilli è spassosissimo, gli scatti epilettici post pisciata delle zampette posteriori, lo strofinio post cagata del buco del culo sull'asfalto, il suo adorabile stravaccarsi a terra in ogni metro quadro di zona ombrosa nei posti più improbabili, fottendosene di tutto e tutti, ripagano ampiamente della fatica. O almeno per i primi 25 metri, percorsi i quali propongo alla mia partner di incamminarci verso casa. Nulla da fare, è ormai mezzodì e i cartelli promettono un rifugio a 45 minuti di marcia; cerco di farmi coraggio pensando ai bei tavolini di legno sui quali taglierò il mio bitto, il cacio di pienza, la fottuta mortadella di fegato, e al mio bicchierino telescopico da campeggio colmo d'ignorantissimo rosso. Per 45 minuti quindi serpeggiamo verso il cielo, su un sentiero sempre, cazzo SEMPRE, contornato da cespugli di more. Peccato non esserci capitati 30-40 giorni più tardi.
Ormai sudati, mezzi morti e attamorchiati arriviamo in un cazzo di paradiso terrestre, una distesa immensa con qualche casetta di pietra qua e là, un maestoso albero, un panorama mozzafiato e fottuti insetti paleolitici curiosissimi mai visti prima. Ovviamente, niente tavolino e panchetta.
Inizio a piangere, non è giusto che il fato e la madonna si uniscano per accanirsi sempre contro di me e i miei deisderi semplicemente realizzabili. Letizia mi consola e mi versa un bicchiere di vino, ed è in quel momento preciso che ripenso a quella puntata di McGyver in cui il nostro costruisce un tavolino e delle panchette assieme a Pit. Letizia è peraltro un perfetto Pit, e arrangiamo il nostro tavolino appiccicoso resinoso merdoso con dei tronchi di pino. Quei cazzo di panini bitto e mortadella spaccavano veramente il culo. Il dopo pranzo si trascina un po' come quelli passati a casa. Si legge, si scoreggia addosso all'altro, si fa all'amore (prima che i peti si dissolvano), si fumacchia, si bestemmia perchè ci si è dimenticati la grappa e altre puttanate così. Facciamo 4 foto di merda, io mi arrampico sull'albero, cosa che m'ha sempre entusiasmato e che sento di dover fare non appena ce n'è la possibilità. Bruciamo 2 o 3 ore così, e ci incamminiamo, sta volta davvero, finalmente verso casa.
Divoriamo il sentierino e saltiamo in macchina.
Dopo 20 metri di stradina puttana la macchina inizia a fare un rumore del cazzo non appena sfioro i freni. Le pastiglie dei freni sono evidentemente andate. La musica sempre a 666 decibel non mi ha permesso di rendermene conto prima. Ora però fanno anche odore di pollo bruciato e i pedali rispondono diversamente dal solito. I cellulari non pigliano, ma certo non posso lamentarmene, sarei coerente quanto un vecchio che dopo una vita di bestemmie, omicidi e furti, si mette a credere in dio negli ultimi 5 minuti di vita. A 1680 metri, coi freni difettosi, ci facciamo la stradina a strapiombo, io bestemmiando, Letizia alternando fasi di ammirazione per le mie doti di guida a momenti di panico, lacrime e addirittura cedimenti di vescica. Una bella avventura di merda insomma, terminata grazie all'aiuto di un simpaticissimo, disponibilissimo, affabilissimo, dioissimo benzinaro-meccanico di buglio al monte, che sicuramente ogni tanto capita sul blog e che saluto, che con 32 euro mi piazza 4 magnetimarelli nuove di pacca a mordere i dischi dei freni. Insomma, come direbbe il suddetto eroe, il dado è tratto, e finalmente siamo a casa.
Sono rincoglionito, stanchissimo ma ho la mia amata vicino a me. Qua la grappa infatti non manca mai.
Letizia invece, porella, è KO, rossa comen peperone, bruciata dal sole.
Buon compleanno amò!

1 commento:

  1. E pensare che abbiamo rischiato di non andare da nessuna parte...la sveglia è suonata alle 7:30, ma solo i grandi eroi sarebbero riusciti a scattare giù dal letto a quell'ora...Noi che non siamo grandi eroi, la forza per farlo l'abbiamo trovata dopo un po',e grazie a Sorcicio che, appollaiato a leccarsi le zampine, era bello come il sole, ci siamo pure ricordati di prendere la macchina fotografica.Una vera fortuna devo dire, perchè la giornata è stata davvero fantastica.La Lilli era con noi e io credo che una cagnolina più bella e simpatica di lei, non esista al mondo. Buona, dolce e coccolosa ci ha seguito trotterellando e approfittando di ogni metro quadro d'ombra, ha cercato di riprendere fiato lungo tutto il percorso. Sì perchè la strada è stata lunga, e tutta quanta sotto un sole forte e caldissimo. Con gli zaini in spalla, abbandonata la speranza di trovare un ruscello o un laghetto ad attenderci, ci siamo incamminati lungo una via ghiaiata in salita, che in 45 minuti avrebbe dovuto portarci fino ad un rifugio. Mi sentivo così entusiasta e felice che il tempo è volato e la fatica con lui, e se anche i minuti sono stati di più, alla fine ce l'abbiamo fatta. Non avrei mai immaginato di arrivare in un posto così meraviglioso. Mi sono sentita padrona di quell'angolo di mondo. Quelle montagne attorno erano nostre. Era nostro quell'albero spettacolare, quei prati, quelle salite e quelle discese e in quel momento erano nostre anche quelle casette.Lì regnavano il silenzio e la pace.Mancavano solo Heidi, la sua capretta e il suo letto di paglia. Suo nonno invece c'era...:-)
    Tutto era più bello e più buono.Anche il formaggio, e che io dica questo è proprio il massimo.E' passato tutto troppo veloce rispetto a quanto avrei voluto.Io ci sarei rimasta lì. Lontano da tutto il resto, dai problemi, dalle sciocchezze, dalle lamentele continue e dalla champions league ("oggi siamo tutti milanisti!" NO IO NON SONO MILANISTA!IO SONO SOLO UNA WANNABE MONTANARA!).Ma si sa, sarebbe stato troppo bello poterci rimanere. La giornata amorosa, tabaccosa,goduriosa e molti altri "osa", non poteva finire con troppa semplicità, e quindi rumori lontani dall'essere confortanti e odori, che mi aiutavano a vedermi vestita da Giovanna D'Arco,ci hanno regalato le ultime emozioni. PERO'TENGO A PRECISARE:NON HO PIANTO E LA MIA VESCICA REGGE ANCORA BENE!...Ma poi che paura dovevo avere, quando accanto a me non c'era un semplice autista, ma qualcuno che sembrava arrivare direttamente dal CAMEL TROPHY?...Minchia che peli a quei muri!!!...Tu sei l'uomo migliore che esista...Io sono un peperone rosso.Ma che bel compleanno!!Il più bello della mia vita.

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